Insegnamento, Interpretariato, Traduzione

IL MERCATO DEI SERVIZI LINGUISTICI STA CAMBIANDO IN MANIERA VERTIGINOSA

Oggi come non mai la parola intelligenza artificiale (nominata parola dell’anno 2023 da Collins Dictionary) è sulla bocca di tutti. Non passa giorno che non veniamo inondati da notizie, post, aggiornamenti su possibili e ineluttabili evoluzioni dell’intelligenza artificiale declinata in ogni possibile ambito della nostra vita privata e professionale.

Chi mi segue, o quanto meno legge i miei post, i miei articoli, sa qual è la mia professione e che l’intelligenza artificiale sta impattando pesantemente sulle risorse umane di cui solitamente si avvale il settore dei servizi linguistici. La traduzione automatica oramai è una realtà assodata, ma non voglio parlare di questo argomento che avevo già trattato in un altro mio articolo. Mi interessa piuttosto mettere in evidenza come questo sia solo l’inizio di un cambiamento epocale che ci vede coinvolti in prima persona.

Il mercato sta cambiando alla velocità della luce e se penso al mio giro di lavoro o in generale com’era il mio settore nel 2019, come anno di riferimento per il periodo pre-covid, sebbene possiamo parlare anche degli anni precedenti a questo, e lo confronto con la mia situazione attuale, non sembrano essere passati quasi cinque anni, ma molti di più.

Dopo più di vent’anni di libera professione alle spalle ti rendi conto che il mercato è cambiato in maniera vertiginosa. Non per forza in maniera negativa, sebbene gli scenari apocalittici, che il turbinio di informazioni sempre più impellenti ci spinge a ipotizzare, non ci facciano ben sperare.

L’ALTRA FACCIA DELLA CRISI

Quando parliamo di crisi, pensiamo spesso a un rallentamento dell’economia. In realtà i servizi linguistici tuttavia non sono in crisi, se parliamo meramente in termini di domanda e offerta, poiché la globalizzazione ha sempre più bisogno di una comunicazione multilingue. Questo è un dato di fatto che dovremmo tenere sempre in mente.

Cos’è cambiato quindi? Sono cambiate le modalità in cui vengono svolti i servizi di traduzione e interpretariato. Soprattutto, è cambiato il ruolo dei traduttori e degli interpreti che per continuare a svolgere il loro ruolo devono capire come posizionarsi rispetto al destinatario dei loro servizi e rispetto alle nuove tecnologie che oramai sono parte attiva del processo produttivo.

La machine translation è stata oramai ottimizzata a tal punto da occuparsi di buona parte del lavoro umano. Non mi riferisco ovviamente a tutti i settori. Laddove serve più creatività, il traduttore umano è ancora indispensabile e non dovrà temere alcuna concorrenza o interazione con le macchine; anche se l’ultima parola dovrebbe essere sempre quella di un traduttore umano, anche quando, a una prima battuta, la stessa macchina sembra aver compiuto un lavoro ineccepibile. Meglio non rischiare per non far saltare in aria investimenti importanti a causa di traduzioni non rilette né tanto meno corrette da un traduttore umano.

Per quanto riguarda il lavoro dell’interprete, oramai l’interpretariato da remoto sta continuando imperterrito il suo cammino. Personalmente viaggio molto meno rispetto a prima. Sono cambiati i ritmi, sono cambiate le modalità. Mi ritrovo a dover interfacciare sempre più con piattaforme e con persone che sono oramai molto lontane da dove mi trovo io, anche quando lavoro come interprete. Si risparmia negli spostamenti, nelle spese di trasferta, ma si fatica molto di più. Una giornata di simultanea da remoto è decisamente più impegnativa che in presenza, dal mero punto di visto del carico cognitivo.

DIVERSIFICAZIONE: LA CHIAVE PER USCIRE DALL’ALIENAZIONE

Quanto appena descritto, sia per i traduttori che per gli interpreti, ci fa ben capire quanto il nostro lavoro sia diventato sempre più complesso e, lasciatemelo dire, alienante. Interfacciare con le tecnologie per arrivare a un destinatario toglie buona parte del valore umano di cui il nostro lavoro si compone. Mi ritengo una persona empatica e socievole e non poter più interfacciare direttamente con gli altri mi sta portando gradualmente a diversificare sempre più la mia offerta di servizi.

Da qualche anno a questa parte ho iniziato a tenere lezioni di lingua tedesca e inglese a professionisti e discenti più o meno giovani che necessitano di un vero e proprio coach durante il loro apprendimento linguistico. Quest’anno più che mai mi ritrovo ad avere un giro più ampio degli anni scorsi e ciò mi ha permesso, seppure anche e non solo on-line, di mantenere un contatto abbastanza diretto con le persone. Insegnare è un’ottima alternativa, soprattutto in un periodo in cui il lavoro sembra essere distribuito in maniera più frammentaria.

CONSAPEVOLEZZA E FIDUCIA NELLE PROPRIE COMPETENZE

Vorrei concludere questo mio articolo cercando di trasmettere un messaggio positivo a tutti coloro che pensano che la nostra professione non abbia più un futuro. Alla base della globalizzazione ci sarà sempre bisogno di comunicazione multilingue, come ho già detto. Non solo, ma la nostra intelligenza umana, la nostra empatia, per essere comunicativi, incisivi e quindi per poter fare la vera differenza, saranno imprescindibili.

Dobbiamo fare un cambio di mentalità e non pensare al mondo di oggi paragonandolo a quello di un tempo. Ciò significa sviluppare ancor più flessibilità e specializzazione al contempo. Dobbiamo solo capire da che parte stare, dove svolgere il nostro ruolo e soprattutto come svolgerlo. È forse questo il primo passo da compiere per abbracciare un futuro sempre più veloce e mutevole.

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