Durante uno dei miei ultimi incarichi di interpretazione simultanea mi è capitato di lavorare accanto a un disegnatore. Il suo compito, in quell’occasione, era di disegnare e rappresentare gli oratori e i loro messaggi principali; il nostro (mio e della collega) era di interpretare o meglio di tradurre simultaneamente dall’inglese all’italiano e viceversa i vari interventi della conferenza.
Mentre stavamo lavorando entrambi, mi stavo giusto chiedendo cosa potessero avere in comune entrambe le nostre figure messe in fondo alla sala, l’una accanto all’altra. Mi sono venute in mente alcune affinità sulle quali ho voluto un po’ riflettere.
- Osservazione
Un disegnatore, un pittore, un interprete sono chiamati innanzitutto ad osservare ancor prima di mettersi all’opera. Per loro capire dove si trovano e chi hanno di fronte è di fondamentale importanza. Ogni movimento, ogni cambio di luce può incidere enormemente sul risultato della performance. Per noi interpreti non si tratta solo di ascoltare, ma anche di osservare. C’è un linguaggio paraverbale che necessita della nostra attenzione, senza il quale il messaggio da trasmettere a stento riuscirebbe ad arrivare a destinazione.
- Immedesimazione
Calarsi nei panni di chi si ha di fronte non è una prerogativa solo dell’interprete, ma anche del pittore che è chiamato a creare un’istantanea di quel momento e se entrambi devono interpretare quel processo comunicativo in atto, per vocazione sentono l’istinto di poterlo vivere in prima persona.
- Nuance
Quanto è importante per un interprete riuscire a cogliere le varie sfumature che un oratore vuole trasmettere al proprio pubblico? Non è poi lo stesso processo mentale che porta un pittore a rappresentare le varie sfaccettature di un colore di un’immagine che sta dipingendo? Anche l’interprete ha una tavolozza di registri e di emozioni da trasmettere che sa cogliere dopo un’attenta osservazione, dopo un ascolto attivo.
Durante la quattro giorni mi sono sentito un po’ artista, proprio come il pittore che avevo al mio fianco. Interpretare è un’arte silente, anonima che talvolta è anche in grado di ingentilire e ammorbidire le parole che vengono proferite. Ciò non significa non rispettare ciò che viene detto, ma semplicemente rendere fruibile al grande pubblico ciò che a primo impatto non può essere immediato. Non è poi anche questo il compito principale dell’arte?